Riul Doamnei «Apocryphal» (2007)

Riul Doamnei «Apocryphal» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1817

 

Band:
Riul Doamnei
[MetalWave] Invia una email a Riul Doamnei [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Riul Doamnei [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Riul Doamnei [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Riul Doamnei

 

Titolo:
Apocryphal

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Federico: vocals and guitar
Fabrizio: bass
Giorgio: keyboards
Enrico: drums
Maurizio : lead guitars

 

Genere:

 

Durata:
51' 54"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2007

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Non so se le influenze che compaiono in questo disco sono sempre state le stesse per i Riul Doamnei anche nelle precedenti uscite. Ad un ascolto così distratto sembrerebbe uno scherzo, insomma qualcosa di progettato a tavolino, come si suol dire. Come al solito siamo di fronte ad un album di black metal esageratamente sinfonico, che gode di una produzione incredibilmente valida e, anche se risulta un po' plasticosa (giusto un po' nella batteria...), trovo sia piacevolissima. Predilige le tastiere, ma non snobba nessuno strumento. La band suona al massimo della forma in ogni frangente: la sezione è un massacro sia nelle velocità medie che nei blasbeat e le chitarre precise distruttive e all'occorrenza melodiche e decadenti come si conviene al genere. La parte sinfonica è onnipresente e corposa e da varietà a tutte le composizioni, impreziosendole qui e lì anche con trilli di pianoforte.
La vera piaga di quest'album, che per altro far perdere la possibilità alla band di finire molto in alto, è l'attaccamento incondizionato agli stilemi dei Cradle Of Filth e in particolare dell'album “Dusk And Her Embrace” e, solo sporadicamente, a qualcosa dei Dimmu Borgir di “Enthrone Darkness Triumphant”. Il cantato, nonostante le ottime capacità, è praticamente identico a quello di Dani Filth, salvo in qualche frangente ricordar Shagrath; lo stesso growl non troppo aggressivo, lo scream acutissimo e tenuto a lungo, le parti sussurrate, il vocione dark sotto di ottave. Certe parti di chitarra mi hanno portato alla mente addirittura ad una vecchia canzone degli Hecate Enthroned, all'epoca noti per le stesse accuse di scopiazzature. La parte più debole in questo frangente è offerta dalla tastiera, che in certi frangenti non può non ricordare i C.O.F. Come accade ad esempio nella traccia “Nebula” o in “Sindon Consecration Sophisticated”.
Sapere che c'è una band così competente in grado di evocare momenti incredibili, in quei brevi frangenti in cui non sembrano questa o quella band, è per me motivo di gioia, ma soprattutto di speranza perché in futuro la band decida di staccarsi da certi dejà vù musicali e ci propongano un progetto più personale in grado di varcare i confini.

Track by Track
  1. Rev. 9:01 55
  2. Nebula 55
  3. Forgiveness Asleep At The Tyrants Palace 60
  4. Hypostasis Of The Archons 60
  5. Siege Dawn To The Pillars Of Heaven 60
  6. Legacy In Violation 55
  7. Haeretica (18th March 1314) 60
  8. Thy Name Is Legion 65
  9. Sindon Consecration Sophisticated 55
  10. Magdalene For Vesper Requiem 55
  11. The Last Supper 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 40
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
61

 

Recensione di June » pubblicata il --. Articolo letto 1817 volte.

 

Articoli Correlati

News
Live Reports
Concerti